Una caldaia come precursore del Box pizza

Quando si parla di pizza non si può non andare con la mente al concetto di tradizione napoletana e alla creatività di un popolo che, nei secoli, non smette di sorprendere ancora il mondo per le sue straordinarie intuizioni.

In questa pagina vogliamo parlarvi di come si è evoluto, nel tempo, il modo di fare food delivery, accompagnarvi in una piccola escursione nel passato e presentarvi la storica “Stufarola”.

La “Stufarola” era una caldaia in metallo con fondo traforato che conteneva un vano destinato alla brace. Il calore del carbone adagiato in basso teneva in caldo le pizze che venivano riposte, rigorosamente piegate a portafoglio, nel ripiano superiore del contenitore. Tale scomparto era dotato di un coperchio forato che permetteva alla condensa di fuoriuscire senza alterare eccessivamente la fragranza dell’impasto.

Questo simpatico antenato del box pizza come lo conosciamo oggi era utilizzato dai venditori ambulanti che offrivano pizze calde ai passanti nonché dai pizzaioli stessi che, già nel XIX secolo, facevano food delivery al domicilio dei cittadini altolocati che non avevano voglia di mescolarsi alla plebe.

Il recipiente era trasportato sulla testa che veniva protetta dal calore eccessivo con un panno spesso.

Food delivery del XIX secolo

Dev’essere andata così anche nel 1889 all’artigiano della pizza Raffaele Esposito che consegnò, prelevandola da una “stufarola”, la sua prima pizza Margherita ai reali di Savoia, giunti a Napoli per trascorrere un periodo di vacanza nella superba reggia di Capodimonte!

Sappiamo bene che la veridicità di questo episodio è oggetto di un dibattito molto acceso ma, che si tratti di una leggenda inventata da un napoletano dotato di una straordinaria fantasia o di un fatto di cronaca realmente accaduto, ci piace pensare che un pizzico di poesia non guasti mai, specialmente quando si ragiona di pizza!

Scatola per la pizza, storia e curiosità.

Il mondo ha dovuto attendere la fine della Seconda Guerra Mondiale perché Tom Monaghan, il titolare di “Domino’s”, che allora era solo una piccola catena di pizzerie americana, decidesse di procurarsi dei contenitori in cartone ondulato capaci di garantire il trasporto sicuro della pizza. Un’intuizione che possiamo definire geniale, se si considera che, a distanza di sessant’anni, la box pizza di Monaghan non ha subito variazioni significative: la scatola, all’epoca, conteneva già le prese d’aria e una struttura molto simili alle scatole per pizza che utilizziamo oggi.

La praticità e i numerosi vantaggi garantiti dal nuovo imballaggio furono tali che molto presto se ne diffuse l’uso anche in Europa e, soltanto nel 1985, Sergio Boscolo brevettò anche in Italia la scatola in cartone ondulato per l’asporto della pizza.

Una curiosità sul perché della forma quadrata della box pizza che contiene, invece, un prodotto circolare. Un food packaging tondo sarebbe più difficile da montare e più costoso da realizzare. Inoltre, una pizza non perfettamente rotonda potrebbe non entrare correttamente nel contenitore.

La scatola pizza come la concepiamo noi

Veniamo ai nostri giorni e concludiamo questo miniviaggio nel tempo facendo alcune considerazioni sul nostro modo di concepire i contenitori alimentari in cartone.

I nostri articoli in cartone ondulato per alimenti sono pensati e prodotti con cura sin dalla prima fase del processo produttivo. Nella nostra azienda, esperienza e professionalità sono pane quotidiano per tutti i tecnici che spendono le proprie energie per assicurarci packaging con standard qualitativi di alto livello.

Offriamo alla nostra clientela imballaggi per la consegna a domicilio solidi e funzionali, in linea con la qualità del made in Italy, perché la loro esperienza di degustazione della pizza sia comoda e gradevole… anche se non si hanno nobili natali e sangue blu!

 

 

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